Il mare inizia in città

Si chiama così l’eco-percorso artistico che si snoda tra le rogge di Udine studiato per informare e sensibilizzare i cittadini al rispetto e alla salvaguardia dell’ambiente acquatico e marino, invitandoci a rendere più sostenibili i nostri stili di vita e meno pesante la nostra impronta ecologica sull’ambiente e sul mare.

L’idea

L’eco-percorso intende creare un filo rosso tra le rogge e il mare perché, ricorda la curatrice “tutto il materiale che viene erroneamente o volutamente gettato nei corsi d’acqua e, nel caso specifico nelle rogge udinesi, arriva fino al mare, così come tutto ciò che viene scaricato nei tombini della città e negli scarichi domestici”. Il Ministero della transizione ecologica ha valutato che l’80% dei rifiuti marini proviene da fonti terrestri.

Le rogge, oggetto da tempo di studi e ricerche da parte del Museo Friulano di Storia Naturale, ospitano il 50% dell’intera flora presente in città e rappresentano un importante corridoio ecologico per molte specie di animali e piante che ne popolano l’ambiente acquatico e le sponde, racchiudendo una biodiversità poco conosciuta che è fondamentale tutelare.

Il tema dei rifiuti marini collega dunque le 7 tappe del percorso, che si sviluppa lungo le rogge di Palma, davanti alla Lanterna di Diogene (Piazza San Giacomo), per finire alla roggia Cividina (presso il Parco Midolini a San Gottardo): in ogni sito un’installazione artistica realizzata da Elisabetta Milan viene accompagnata da un cartello informativo riportante l’interpretazione dell’opera d’arte e un approfondimento scientifico, nonché spunti e approfondimenti sulla storia e sulla biodiversità delle rogge udinesi.

Il percorso

Si inizia dunque dalla Roggia di Udine, nel tratto accanto all’osteria “La Ghiacciaia” con l’opera “Non è solo acqua”, in cui viene rappresentato in alcuni cerchi dipinti l’ingrandimento al microscopio di una goccia d’acqua con lo straordinario mondo del plancton, invisibile a occhio nudo, per proseguire in piazza San Giacomo con la “Medusa aliena”, simbolo delle specie alloctone e del mare gelatinoso che sta cambiando.

La terza tappa è collocata presso l’antico lavatoio nel tratto di roggia attiguo alla Libreria Feltrinelli, con l’opera “Mangiamo ciò che laviamo”: una lavatrice rossa con un polpo che esce dall’oblò, realizzato con una rete di 100 metri degli anni Settanta, a simboleggiare la quantità di microfibre sintetiche che arrivano in mare dai lavaggi.

Il percorso prosegue poi nella roggia di Palma, nel tratto che costeggia il Conservatorio Tomadini, con la “Grande pesca”, rappresentata da un’antica canoa intrappolata da reti fantasma e circondata da un’isola di plastica come quelle si stanno formando in ogni mare e oceano del mondo, qui una bombola scuba invece rappresenta “la porta” per accedere all’ambiente sottomarino; e si conclude con “Obiettivo 14 ai giardini Ricasoli, con un totem blu e rosso che si ispira all’agenda dell’Onu 2021-2030 in cui l’iconico orologio Cifra 3 Solari è fermo al 2030: un monito per la società.

Altre due opere integrano l’eco-percorso cittadino: una medusa aliena al Museo Friulano di Storia Naturale e un’installazione di grandi meduse, specchi e gocce d’acqua sospese su un laghetto del Parco Midolini a San Gottardo. In luoghi simbolici del centro storico, accanto ad alcuni tombini, verranno inoltre apposte delle lastre metalliche con la scritta: “Non gettare nulla, ricordati che il mare inizia QUI”.

“L’acqua – spiega Elisabetta Milan – è l’elemento principale del nostro pianeta e rappresenta più della metà del nostro peso corporeo. Gli oceani producono oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo e assorbono il 30% della anidride carbonica.

È pertanto fondamentale preservare questa importante risorsa. L’arte rappresenta uno strumento privilegiato per sensibilizzare le persone al cambiamento: il comportamento di ciascuno di noi rappresenta una singola goccia d’acqua, ma tutti assieme possiamo formare un “oceano” di miglioramento”.

Il percorso lungo le rogge rientra pienamente nella progettualità del Decennio delle scienze del Mare e per lo sviluppo sostenibile (2021-2030) proclamato dalle Nazioni Unite e dall’Unesco.

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